
segunda-feira, novembro 13, 2006
quinta-feira, setembro 28, 2006
Tempo e Spazio
«Modernità significa molte cose, e possiamo tracciarne nascita ed evoluzione usando molti e diversi parametri, C’è tuttavia un tratto della vita moderna e della sua organizzazione che forse si distingue come “la differenza che fa differenza”, l’attributo cruciale dal quale tutti gli altri conseguono. Tale attributo è il mutato rapporto fra spazio e tempo.
La modernità nasce allorché spazio e tempo vengono disgiunti fra loro e dall’esperienza di vita quotidiana, diventano in tal modo teorizzabili come categorie distinte e indipendenti di strategia e di azione (…)
Nella modernità, il tempo ha una storia, ha la sua storia in virtù della “portata” in continua espansione del tempo: l’allungamento delle estensioni spaziali che le unità temporali consentono di “passare”, “attraversare”, “coprire” o “conquistare”. Il tempo acquisisce una storia allorché la velocità di movimento nello spazio (a differenza dello spazio stesso, che non è flessibile, non può essere dilatato, né si contrae) diventa una questione di ingegno, immaginazione e risorse umane.
Allorché la distanza misurata in unità temporali venne a dipendere dalla tecnologia, da mezzi di trasporto meccanici, tutti i limiti esistenti (ereditati) alla velocità di movimento poterono essere in via di principio trasgrediti. Il cielo (o, come si scoprì più tardi, la velocità della luce) divenne allora l’unico limite e la modernità fu un unico continuo, irrefrenabile e rapidissimo sforzo di accelerazione per raggiungerlo.
Grazie alla sua neoacquisita flessibilità ed espansibilità, l’epoca moderna è diventata, prima di ogni altra cosa, l’arma di conquista dello spazio. Nella lotta moderna fra tempo e spazio, lo spazio rappresentava il lato solido e stolido, ingombrante e inerte, capace di condurre esclusivamente una guerra difensiva, di trincea, un ostacolo alle agili e dinamiche avanzate del tempo.
La modernità nasce allorché spazio e tempo vengono disgiunti fra loro e dall’esperienza di vita quotidiana, diventano in tal modo teorizzabili come categorie distinte e indipendenti di strategia e di azione (…)
Nella modernità, il tempo ha una storia, ha la sua storia in virtù della “portata” in continua espansione del tempo: l’allungamento delle estensioni spaziali che le unità temporali consentono di “passare”, “attraversare”, “coprire” o “conquistare”. Il tempo acquisisce una storia allorché la velocità di movimento nello spazio (a differenza dello spazio stesso, che non è flessibile, non può essere dilatato, né si contrae) diventa una questione di ingegno, immaginazione e risorse umane.
Allorché la distanza misurata in unità temporali venne a dipendere dalla tecnologia, da mezzi di trasporto meccanici, tutti i limiti esistenti (ereditati) alla velocità di movimento poterono essere in via di principio trasgrediti. Il cielo (o, come si scoprì più tardi, la velocità della luce) divenne allora l’unico limite e la modernità fu un unico continuo, irrefrenabile e rapidissimo sforzo di accelerazione per raggiungerlo.
Grazie alla sua neoacquisita flessibilità ed espansibilità, l’epoca moderna è diventata, prima di ogni altra cosa, l’arma di conquista dello spazio. Nella lotta moderna fra tempo e spazio, lo spazio rappresentava il lato solido e stolido, ingombrante e inerte, capace di condurre esclusivamente una guerra difensiva, di trincea, un ostacolo alle agili e dinamiche avanzate del tempo.
In tale battaglia il tempo era la partita attiva e dinamica, quella perennemente all’offensiva; la forza di invasione, conquista e colonizzazione. Nell’epoca moderna, velocità di movimentazione e accesso a mezzi di mobilità sempre più veloci conquistarono rapidamente il ruolo di principale strumento di potere e di dominio.»
Zygmunt Bauman
Zygmunt Bauman, “Sull’essere leggeri e liquidi” p. XIV in Modernità liquida, Bari, Laterza, 2002 (tit. or. Liquid Modernity, 2000), pp. 263
Zygmunt Bauman, “Sull’essere leggeri e liquidi” p. XIV in Modernità liquida, Bari, Laterza, 2002 (tit. or. Liquid Modernity, 2000), pp. 263
www.architetturadipietra.it/BLOG/index.php?categoria=11
sábado, setembro 09, 2006
郵便はがき
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.

I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e il sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga
che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche aromi
penetranti d'ogni sorta, più aromi
inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca
- raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?

devi augurarti che la strada sia lunga
fertile in avventure e in esperienze.

I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere d'incontri
se il pensiero resta alto e il sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo
né nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga
che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche aromi
penetranti d'ogni sorta, più aromi
inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca
- raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
in viaggio: che cos'altro ti aspetti?
