Diversi giorni più tardi Murray mi chiese notizie di un'attrazione turistica nota come la stalla più fotografata d'America. Quindi facemmo ventidue miglia nella campagna che circonda Farmington. C'erano prati e orti di mele. Bianche staccionate fiancheggiavano i campi che scorrevano ai nostri fianchi. Presto cominciarono ad apparire i cartelli stradali. LA STALLA PIU' FOTOGRAFATA D'AMERICA. Ne contammo cinque prima di arrivare al sito. Nell'improvvisato parcheggio c'erano quaranta auto e un autobus turistico. Procedemmo a piedi lungo un tratturo per vacche fino a un lieve sopralzo isolato, creato apposta per guardare e fotografare. Tutti erano muniti di macchina fotografica, alcuni persino di treppiede, teleobiettivi, filtri. Un uomo in un'edicola vendeva cartoline e diapositive, fotografie della stalla prese da quello stesso sopralzo. Ci mettemmo in piedi accanto a una macchia di alberi a osservare i fotografi. Murray mantenne un silenzio prolungato, scribacchiando di quando in quando qualche appunto in un quadernetto. - La stalla non la vede nessuno, - disse finalmente. Seguì un lungo silenzio. - Una volta visti i cartelli stradali, diventa impossibile vedere la stalla in sè. Quindi tornò a immergersi nel silenzio. La gente armata di macchina fotografica se ne andava dal sopralz, mmediatamente sostituita da altra. - Noi non siamo qui per cogliere un'immagine, ma per perpetuarla. Ogni foto rinforza l'aura. Lo capisci, Jack? Un'accumulazione di energie ignote. Quindi ci fu un lungo silenzio. L'uomo dell'edicola continuava a vendere cartoline e diapositive. - Trovarsi qui è una sorta di resa spirituale. Vediamo solamente quello che vedono gli altri. Le migliaia di persone che sono state qui in passato, quelle che verranno in futuro. Abbiamo acconsentito a partecipare di una percezione collettiva. Un'esperienza religiosa, in un certo senso, come ogni forma di turismo. Seguì un ulteriore silenzio. - Fotografano il fotografare, - riprese. Poi non parlò per un po'. Ascoltammo l'incessante scattare dei pulsanti degli otturatori, il fruscio delle leve di avanzamento delle pellicole. - Come sarà stata questa stalla prima di venire fotografata? - chiese Murray. - Che aspetto avrà avuto, in che cosa sarà differita dalle altre e in che cosa sarà stata simile? Domande a cui non sappiamo rispondere perchè abbiamo letto i cartelli stradali, visto la gente che faceva le sue istantanee. Non possiamo uscire dall'aura. Ne facciamo parte. Siamo qui, ora. Ne parve immensamente compiaciuto.
11 comentários:
Diversi giorni più tardi Murray mi chiese notizie di un'attrazione turistica nota come la stalla più fotografata d'America. Quindi facemmo ventidue miglia nella campagna che circonda Farmington. C'erano prati e orti di mele. Bianche staccionate fiancheggiavano i campi che scorrevano ai nostri fianchi. Presto cominciarono ad apparire i cartelli stradali. LA STALLA PIU' FOTOGRAFATA D'AMERICA. Ne contammo cinque prima di arrivare al sito. Nell'improvvisato parcheggio c'erano quaranta auto e un autobus turistico. Procedemmo a piedi lungo un tratturo per vacche fino a un lieve sopralzo isolato, creato apposta per guardare e fotografare. Tutti erano muniti di macchina fotografica, alcuni persino di treppiede, teleobiettivi, filtri. Un uomo in un'edicola vendeva cartoline e diapositive, fotografie della stalla prese da quello stesso sopralzo. Ci mettemmo in piedi accanto a una macchia di alberi a osservare i fotografi. Murray mantenne un silenzio prolungato, scribacchiando di quando in quando qualche appunto in un quadernetto.
- La stalla non la vede nessuno, - disse finalmente. Seguì un lungo silenzio.
- Una volta visti i cartelli stradali, diventa impossibile vedere la stalla in sè.
Quindi tornò a immergersi nel silenzio. La gente armata di macchina fotografica se ne andava dal sopralz, mmediatamente sostituita da altra.
- Noi non siamo qui per cogliere un'immagine, ma per perpetuarla. Ogni foto rinforza l'aura. Lo capisci, Jack? Un'accumulazione di energie ignote.
Quindi ci fu un lungo silenzio. L'uomo dell'edicola continuava a vendere cartoline e diapositive.
- Trovarsi qui è una sorta di resa spirituale. Vediamo solamente quello che vedono gli altri. Le migliaia di persone che sono state qui in passato, quelle che verranno in futuro. Abbiamo acconsentito a partecipare di una percezione collettiva. Un'esperienza religiosa, in un certo senso, come ogni forma di turismo.
Seguì un ulteriore silenzio.
- Fotografano il fotografare, - riprese.
Poi non parlò per un po'. Ascoltammo l'incessante scattare dei pulsanti degli otturatori, il fruscio delle leve di avanzamento delle pellicole.
- Come sarà stata questa stalla prima di venire fotografata? - chiese Murray. - Che aspetto avrà avuto, in che cosa sarà differita dalle altre e in che cosa sarà stata simile? Domande a cui non sappiamo rispondere perchè abbiamo letto i cartelli stradali, visto la gente che faceva le sue istantanee. Non possiamo uscire dall'aura. Ne facciamo parte. Siamo qui, ora.
Ne parve immensamente compiaciuto.
Rumore bianco, Don DeLillo
La ringrazio per Blog intiresny
good start
Si, probabilmente lo e
Si, probabilmente lo e
imparato molto
quello che stavo cercando, grazie
Si, probabilmente lo e
imparato molto
Perche non:)
quello che stavo cercando, grazie
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